Prendendo spunto da un articolo comparso sul Corriere della Sera la scorsa settimana, a firma del Consigliere del Comune di Milano Isabella Bossi Fedrigotti e ripreso dall’Assessore a Benessere, Qualità della Vita, Sport e Tempo Libero del Comune di Milano, Chiara Bisconti, vorrei aprire una riflessione sul tema della conciliazione dei tempi tra casa e lavoro, elemento fondamentale per una buona qualità della vita.
Trovare un giusto equilibrio tra le risorse e i tempi da investire nel lavoro, nello studio, negli impegni personali, nelle proprie passioni e nel tempo libero non è sempre facile da raggiungere. Il rischio più diffuso è quello di venire fagocitati dal lavoro, dagli impegni di studio o professionali, tralasciando o trascurando troppo la sfera degli affetti personali e delle amicizie. Quello che vorrei fare è invitarvi a riflettere e impegnarvi seriamente in una ricerca assolutamente personale di questo equilibrio, attribuendo le giuste proporzioni e il giusto peso alle forze messe in campo, secondo un criterio altrettanto individuale.
Saper gestire consapevolmente il proprio tempo e i propri spazi nella società, porterà ad acquisire una maggiore sicurezza ed equilibrio interiore. Ho particolarmente apprezzato una richiesta che l’Assessore Bisconti avanza a coloro che possono in qualche misura aiutare le persone a ricercare a trovare la giusta conciliazione dei tempi della propria vita: si tratta dei datori di lavoro, che dovrebbero premiare i dipendenti sulla base del merito e dei risultati, non per l’effettiva e prolungata presenza fisica dell’impiegato sul luogo di lavoro. In sostanza, è possibile garantire una buona flessibilità oraria e sfruttare appieno le opportunità messe a disposizione dalle nuove tecnologie, che consentono al dipendente di non essere fisicamente presente sul luogo di lavoro. L’invito dell’Assessore è rivolto anche alle Amministrazioni, che dovrebbero ripensare gli orari delle città in un’ottica più dinamica e flessibile, rivedendo i servizi e inserendo innovative forme di politiche dei tempi. Per quanto riguarda la sfera personale invece, sostiene l’Assessore, ciò che deve avvenire è un cambio radicale di una cultura diffusa, ingabbiata in vecchi cliché, dove ad esempio la qualità e la quantità del tempo erano assolutamente inscindibili, oppure dove spettava esclusivamente alle donne interrogarsi sulla conciliazione dei tempi casa-lavoro. Oggi questa tematica deve al contrario riguardare e interessare tutti gli individui e non costituirsi come prerogativa esclusiva del genere femminile. Mi unisco quindi all’appello dell’Assessore Bisconti, invitando studenti e lavoratori a riflettere su questo tema, avanzando eventuali proposte e pareri sull’argomento, stimolando così un cambiamento culturale in cui davvero si riesca ad ottenere un buon livello di vita anche attraverso un equilibrio tra gli sforzi e gli impegni della nostra esistenza.
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