Se ne parla da tempo, ma purtroppo la situazione non cambia e, anzi, dagli ultimi dati viene confermata: i giovani italiani vogliono fuggire dall’Italia e andare a costruirsi un futuro all’estero.
Purtroppo non si tratta di una novità, ma l’ultimo risultato del rapporto Eurispes 2011 segnala che oltre il 50% dei giovani sogna il proprio futuro lontano dal nostro paese.
Il desiderio di fuga inizia a manifestarsi intorno ai 25 anni, quando, al termine degli studi, la maggior parte dei ragazzi si confronta con il mondo del lavoro, che non offre prospettive gratificanti, soprattutto per chi ha investito anni nel proprio percorso di studi.
In particolare circa il 30% dei giovani intervistati ritiene che la precarietà del mondo del lavoro sia il male peggiore e per questo individuano paesi alternativi in cui costruirsi un’esperienza e un futuro.
I paesi che riscuotono il maggior successo sono la Francia, con il 16,5%, gli Stati Uniti, con il 16,1% e la Spagna (14,3%). L’Inghilterra si piazza al quarto posto con l’11,9%, seguita dalla Germania (10,1%). A seguire: Svizzera, Austria, Svezia, Canada, Olanda, Brasile, Danimarca, Norvegia.
La maggior parte dei giovani che ha risposto positivamente dalla domanda “Si trasferirebbe all’estero” è concentrata nel Nord/Ovest della penisola (49,1%), mentre dal Sud e dalle isole, nonostante i grossi problemi di precarietà, il 62,9% non si trasferirebbe mai.
Le motivazioni che spingono alla fuga sono svariate e diversificate, di seguito le principali:
– opportunità di lavoro: il 35,7% dei giovani indica le prospettive lavorative come il motivo per cui lascerebbe l’Italia. All’estero si individuano infatti maggiori prospettive per una carriera appagante e stabile
– opportunità per i figli: il 12,7% degli intervistati pensa anche al futuro della propria famiglia e ritiene che all’estero avrebbe maggiori possibilità per realizzare questo progetto e dare un futuro ai propri figli
Seguono inoltre una maggiore sicurezza (9,1%), un clima politico migliore (7,8%), una maggiore libertà di opinione e di espressione (7,5%), il costo minore della vita (7,5%), un clima culturale più vivace (6,9%), semplice curiosità (5,6%) e un maggior contatto con la natura (4,3%).
Nel complesso, quindi, la situazione italiana non è rosea, perché un paese che non offre ai giovani gli strumenti per realizzarsi lavorativamente e li costringe a “scappare” per costruirsi una vita, è un paese destinato a invecchiare.
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