Il lavoro del giornalista è da sempre molto affascinante ed è il sogno di molti studenti che decidono di intraprendere un percorso formativo umanistico (per esempio Lettere Moderne).
La professione del giornalista è una delle più antiche, in quanto la diffusione delle notizie nasce in tempi remoti, ma di recente ha subito forti cambiamenti, dovuti soprattutto alla diffusione del web e di riviste on line, ormai riconosciute come testate ufficiali.
Di conseguenza sono cambiate anche le regole per poter esercitare la professione del giornalista e chi decide di intraprendere questo percorso, deve sapere come muoversi per raggiungere il suo obiettivo.
Innanzitutto bisogna sapere che la professione in Italia è stata organizzata dalla legislazione nel 1963 con l’istituzione dell’Ordine dei giornalisti, dell’Albo e dell’esame di stato.
Altra informazione importante è che l’Albo si divide in due categorie: giornalisti professionisti e pubblicisti.
Qual è la differenza? Essa si basa sull’esclusiva professionalità, cioè i giornalisti professionisti esercitano solo la professione del giornalista, mentre i pubblicisti, pur esercitando un’attività continuativa e retribuita, possono svolgere anche altre professioni.
Ma cosa bisogna fare per diventare giornalisti? In linea teorica chiunque può accedere alla professione, senza l’obbligatorietà di un titolo di studio, ma visto il progressivo specializzarsi dei settori (giornalismo economico, finanziario, scientifico, medico) in questo momento oltre la metà dei giornalisti è laureata, requisito quindi sempre più diffuso e richiesto.
In Italia esistono 9 scuole di giornalismo, riconosciute dall’Ordine e che permettono una formazione specifica e professionalizzante. Tutte prevedono un percorso minimo di due anni, programmi di studio di stampo universitario, la frequenza obbligatoria e l’unione di teoria giornalistica e pratica.
Quella con la tradizione più antica è l’Istituto per la formazione giornalistica “Carlo De Martino” di Milano, fondata nel 1977 e che da allora propone corsi biennali per circa 40 studenti all’anno.
Dal 1990, invece, esiste l’Ifg di Urbino, nato per opera dell’Università. La frequenza biennale permette di ottenere un attestato di praticantato per poter accedere all’esame di stato.
Per chi invece è più orientato verso il giornalismo radio-tv, esiste il Centro italiano di studi superiori per la formazione e l’aggiornamento in giornalismo radio-televisivo di Perugina, fondato in collaborazione con la Rai.
Il restante panorama della formazione giornalistica è coperto dalle scuole di specializzazione post laurea e da corsi di laurea in Scienze della comunicazione con indirizzo in giornalismo.
Per quanto riguarda i corsi post-laurea presso la Cattolica di Milano è possibile frequentare un corso biennale di giornalismo, per 20 allievi all’anno.
Presso la Facoltà di Lettere di Bologna è possibile frequentare la Scuola di Giornalismo.
A Roma, invece, si trovano Scuola superiore di giornalismo presso l’Università di Tor Vergata (la prima in un’università pubblica) e la scuola di specializzazione in giornalismo della Luiss.
La frequenza presso una di queste scuole dà la possibilità, come anticipato, di eseguire il praticantato, altrimenti è necessario svolgerlo, per 18 mesi, presso redazioni di quotidiani, di periodici, agenzie di stampa o riviste on line registrate presso il Tribunale Civile.
Un discorso a parte meritano, invece, le collaborazioni con testate online, che danno la possibilità pressochè a tutti di cimentarsi come giornalisti, ma dove spesso le norme contrattuali sono poco tutelanti e professionalizzanti.
Lascia un commento