Come molti di voi sapranno, negli ultimi giorni il Governo Letta ha approvato il cosiddetto “Decreto del Fare”, ovvero una serie di misure che hanno lo scopo di rilanciare l’economia e il lavoro in Italia. Alcuni di questi nuovi provvedimenti, riguardano anche il mondo dell’Università e della Ricerca, specialmente in tema delle assunzioni e del finanziamento degli atenei italiani. Per quanto riguarda la vecchia norma del turnover negli atenei e negli enti di ricerca italiani, al momento, è stata bloccata a causa della decisione presa in passato di fissare il limite delle assunzioni di nuovo personale a non più del 20% rispetto ai pensionamenti dell’anno precedente. Tradotto, significa che su 5 docenti e/o ricercatori che sono stati collocati “a riposo”, attualmente ne viene assunto solo 1 in sostituzione! Ma grazie al “decreto del fare“, la quota destinata al ricambio generazionale (a partire dal 2014) salirà fino al 50%. Ciò (almeno nelle previsioni) renderà disponibili 3.000 nuovi posti di lavoro nelle università, così ripartiti: 1.500 da Professore Ordinario e altri 1.500 da Ricercatore.
Ciò significa che, dal prossimo anno, ogni ateneo potrà assumere nuovi docenti e ricercatori in sostituzione di quelli che andranno in pensione…..ma sempre rispettando i limiti di spesa per il personale e di indebitamento imposti dalle normative vigenti. Come previsto dalla vecchia riforma Gelmini, i nuovi ricercatori saranno assunti in “tenure track”, cioè avranno contratti della durata di 5 anni, al termine dei quali saranno sottoposti ad una valutazione per l’eventuale “promozione” a Professori Associati. In caso non superino la valutazione, il contratto da ricercatore non potrà essere rinnovato e saranno quindi costretti a trovarsi un’altra occupazione! Un’altra novità inclusa nel Decreto del Fare è l’istituzione di borse per la mobilità in favore degli studenti più meritevoli, che consentiranno ai giovani più brillanti di frequentare corsi di laurea in regioni diverse da quella di residenza. Per queste borse il governo ha stanziato 5 milioni di euro per il 2013 e 2014 e 7 milioni per il 2015. Il decreto presenta misure anche per rendere il sistema di finanziamento delle università più flessibile e per snellire le procedure di attribuzione delle risorse, cosa che si realizzerà attraverso l’unificazione in un unico fondo delle risorse destinate al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo). Infine, altra novità riguarda la semplificazione del sistema di valutazione dei servizi delle università e degli enti di ricerca, che verrà affidato all’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR).
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