In questo ultimo periodo gli eventi internazionali legati in particolare alla Libia, hanno catalizzato l’attenzione dei media di tutto il mondo.
Pur essendo sicuramente la situazione più delicata del momento, però, non è certo l’unico paese in subbuglio. Fino a qualche tempo fa, infatti, spesso i telegiornali erano popolati da notizie provenienti dall’Egitto.
E in questi giorni le notizie continuano a riguardare il mondo studentesco: dal Cairo a Aswan, infatti, in molti istituti di istruzione superiore in Egitto sono stati organizzati sit-in di protesta da parte degli studenti, che si scagliano contro la presenza di responsabili universitari e amministratori associati al governo, ormai caduto, Mubarak.
Per settimane, gli studenti e alcuni docenti hanno protestato davanti agli uffici dei Presidenti delle Università chiedendo la loro “cacciata” per il fatto di essere presumibilmente fedeli a Mubarak, che è stato rovesciato il mese scorso in una rivolta popolare dopo 30 anni al potere.
Uno dei professori più in vista che partecipa attivamente alle proteste è il dottor Khaled Samir, professore di cardiochirurgia nella Ain Shams University del Cairo, la seconda più grande università pubblica dell’Egitto. Egli rappresenta un po’ tutti i docenti che manifestano contro le ingiustizie e le vessazioni a cui sono stati costretti per anni. Inoltre chiedono che il Presidente dell’Università, i presidi delle scuole affiliate e i capi di dipartimento siano eletti attraverso regolari procedure elettorali. A questo proposito, il corpo docente della Ain Shams University proprio la scorsa settimana ha eletto il nuovo decano, un passo senza precedenti, che deve ancora essere approvato dal presidente dell’università.
La protesta più accesa, tuttavia, ha avuto luogo presso la scuola di comunicazione di massa dell’Università del Cairo, la più grande università pubblica del Paese.
Decine di studenti, uniti ai docenti, hanno picchettato fuori l’edificio scolastico, chiedendo il licenziamento del preside, Sami Abdel Aziz, che hanno accusato di aver gestito le campagne elettorali di Mubarak e il Partito Democratico Nazionale per gli ultimi sei anni. Alcuni studenti hanno anche fatto lo sciopero della fame.
Gli studenti dichiarano che continueranno le proteste e i sit-in fino a che le loro richieste non verranno accolte. In particolare chiedono: libere elezioni, sindacato studentesco e un’istruzione di qualità gratuita.
Il ministro dell’istruzione superiore, Salama, ha invitato le figure di riferimento delle università ad avviare un dialogo con gli studenti, in modo da placare la loro rabbia e portare la vita degli istituti alla normalità , al fine di riprendere le lezioni. Ha inoltre formato un comitato di accademici e professori di diritto per elaborare una soluzione alla crisi, in particolare riguardo la scelta degli amministratori, in modo tale da coinvolgere i docenti e gli studenti nel processo senza, d’altra parte, violare tradizioni accademiche.
In questo momento gli studenti delle università si stanno preparando per eleggere i nuovi sindacati studenteschi, dal canto loro gli amministratori hanno promesso che tali elezioni saranno prive di ogni tipo di interferenza o ingerenza da parte dei meccanismi di sicurezza.
Ci auguriamo che questo sia il primo reale passo per la normalizzazione di questa situazione ormai preoccupante e che da questo fermento possa fiorire una nuova prospettiva per il sistema scolastico egiziano.
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