Come purtroppo ben sappiamo, in Italia la parola laureato fa troppo spesso rima con disoccupato! Qualche giorno fa su internet circolava una strana classifica che faceva riferimento alle lauree più “inutili” in Italia per trovare lavoro, stilata sulla base dei dati emersi da un’indagine Almalaurea sull’attuale condizione lavorativa dei laureati italiani. Tuttavia, proprio il prestigioso consorzio interuniversitario invita prendere con le molle tali informazioni! Secondo Almalaurea, tale classifica fa infatti riferimento alle lauree che offrono attualmente meno opportunità e presentano la percentuale maggiore di disoccupati, ma ciò non dovrebbe però “scoraggiare” qualcuno dal perseguire le proprie inclinazioni! Ad ogni modo, vediamo questa “speciale” classifica.
Al primo posto, non senza sorprese, troviamo Giurisprudenza. Fino a poco tempo tempo fa ritenuto uno dei percorsi di studio più amati e con maggiori sbocchi professionali, oggi invece conta un tasso di disoccupazione dei propri laureati (ad un anno dalla laurea) pari al 24%. Al secondo (con poche sorprese!) Psicologia, con una percentuale di laureati disoccupati del 18%. Al terzo posto Lettere con 15 laureati su 100 senza lavoro. Nelle prime cinque posizioni della classifica delle lauree più inutili ci sono anche Scienze Sociali (14,3% i disoccupati) e Lingue (circa il 13%). Per trovare livelli occupazionali alti occorre guardare alle lauree a numero programmato a livello nazionale, come Medicina, Odontoiatria, Farmacia, Professioni sanitarie oppure a quelle considerate attualmente le più “forti”, come Ingegneria ed Economia.
Tuttavia, Almalaurea consiglia di considerare non molto attendibile la classifica. Anche perché l’indagine del consorzio universitario non tiene conto di alcuni importanti fattori. Innanzitutto, essa si basa sui dati relativi ai livelli occupazionali ad un anno dalla laurea, ma si tratta di dati troppo “parziali” per giudicare effettivamente l’utilità di un determinato percorso di studi. Il giusto e corretto orizzonte temporale da prendere in esame sarebbe invece quello a 5 anni dalla laurea. Ma sempre secondo Almalaurea, una corretta valutazione dovrebbe “considerare i diversi aspetti che misurano la qualità dell’inserimento occupazionale (retribuzione, tasso di occupazione e di disoccupazione, utilizzo delle competenze), incluso il grado di soddisfazione“, perché un fattore molto importante nella vita di ciascuno di noi è anche il livello percepito di realizzazione personale. AlmaLaurea (come il sottoscritto) vi consiglia quindi di seguire sempre e comunque le proprie aspirazioni ed inclinazioni.
benetello marco
Economia ingegneria medicina
fed
quante cazzate
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ma per favore