Ci sono momenti nella vita in cui si sente la necessità di mollare tutto, staccare la spina e prendersi un momento di pausa. Questo puo’ avvenire nella carriera lavorativa o universitaria e può dipendere da fattori personali tra i più vari.
Si parla pertanto di anno sabbatico, dicitura che prende le origini dall’antico calendario ebraico, ma che in realtà indica, semplicemente, un periodo di pausa.
Nei paesi anglosassoni è un’abitudine molto diffusa, mentre in Italia è quasi un’eccezione, tutelata, comunque, dalla legge, sia per i lavoratori che per gli studenti.
E’ quindi possibile, nel corso di una carriera universitaria, interrompere momentaneamente gli studi per vari motivi o semplicemente per dedicarsi provvisoriamente ad altro, senza perdere comunque lo “status” di studente?
E’ possibile, allo stesso tempo, evitare di pagare annualmente le tasse universitarie?
La risposta è positiva a entrambe le domande, è però necessario informarsi presso la propria università, in modo da seguire correttamente tutte le procedure necessarie e avere la certezza di essere riammessi agli studi al termine del periodo di pausa.
Alcune regole valide in generale sono comunque le seguenti:
– Come fare? L’interruzione agli studi si verifica automaticamente al mancato rinnovo dell’iscrizione per l’anno accademico successivo
– Quanto dura? L’interruzione può avere una durata massima di 8 anni, al termine dei quali decade la condizione di studente
– Cosa comporta? Durante il periodo di interruzione non può essere svolta alcuna attività volta al conseguimento di obiettivi legati alla carriera universitaria.
Una volta terminato il periodo sabbatico è necessario ritirare presso le segreterie degli atenei la domanda di “ripresa studi” e quella di iscrizione all’anno accademico corrente.
Oltre alla tassa di iscrizione lo studente dovrà pagare una tassa di interruzione degli studi (che varia a seconda delle università) per ogni anno accademico di pausa.
Se lo studente si fosse iscritto regolarmente a un anno accademico, ma avesse dovuto interrompere la frequenza per motivi di forza maggiore (gravi motivi di salute per esempio), la prima rata della nuova iscrizione potrebbe essere conguagliata.
L’importante, come detto in precedenza, è valutare a fondo questa scelta e, se si è decisi a intraprenderla, informarsi con attenzione presso la segreteria studenti della propria università per avere la certezza di non tralasciare alcun passaggio.
Andrea
Salve, ho recentemente chiesto info alla segreteria della mia facoltà, ma mi hanno detto che non è possibile interrompere la carriera universitaria; è possibile che effettivamente ciò non valga per la facoltà di Medicina, oppure la segretaria addetta alla posta elettronica era poco informata (mi ha dato questa impressione)?
Piero
Passavo per caso per fare la mia domanda.
Che io sappia l’anno sabbatico è una normativa generale europea. Non credo che un ente universitario possa negarne la concessione a priori. Quanto meno il rifiuto è da motivare. Come da motivare attentamente, da quel che conosco io, è la domanda, che va presentata per iscritto ed è comunque soggetta ad approvazione da parte dell’ente universitario. Cioè: non si può prendere così per non far nulla o per motivazioni personali private, ma va messo a conoscenza in modo dettagliato l’ente delle cause che inducono a questa scelta. La motivazione può essere coerente con il progetto di studio, o causata da impedimenti di forza maggiore come malattie, famiglia, lavoro. E’ solo il parere di un non esperto, ma credo che ci siano margini di mediazione e/o ricorso anche in caso di rifiuto.
Piero
Vorrei sapere se in linea generale, nel diritto vigente, per uno studente universitario, l’anno sabbatico, regolarmente accettato ed effettuato, viene cumulato nel computo degli anni spettanti fuori corso. in altri termini vorrei sapere se, avendone usufruito, è possibile procastinare la laurea fuori corso di 4 anni invece dei i canonici 3 (laurea breve). Grazie.