Navigando in internet, è facile imbattersi in siti che affrontano temi legati agli scambi universitari e agli spostamenti di studenti che decidono di frequentare l’università in uno stato diverso da quello in cui sono nati. Aumenta sempre più la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un fenomeno in continua espansione, un’esperienza formativa e formante importante e determinante, un requisito ormai quasi imprescindibile del percorso universitario, trampolino di lancio verso un brillante futuro professionale.
L’università si trova di fronte ad un mondo sempre più globalizzato e internazionalizzato e affronta questa nuova situazione favorendo scambi culturali e periodi di studio all’estero, talvolta affiancando alla formazione universitaria (Erasmus) un primo approccio al mondo del lavoro (Erasmus Placement), in cui gli studenti sono spronati ad affrontare un’esperienza lavorativa in un paese straniero.
Dando una rapida occhiata alle statistiche censite dalll’Ocse e dell’Unesco, si vede che dal 1975 ad oggi il numero di studenti universitari e post universitari che hanno deciso di studiare in un Paese straniero è aumentato di oltre il 300 per cento, passando da 0,8 a 3,3 milioni (solo alcuni dati intermedi: 1,1 milioni di persone nel 1985, 2 milioni nel 2000, per arrivare 3,3 milioni di studenti nel 2010). Una tendenza irriducibile e in continua crescita, distribuita però in modo disomogeneo nel globo, variando da Stato a Stato. Nel corso degli anni gli studenti hanno infatti mostrato di preferire alcune destinazioni a scapito di altre.
A detenere il primato dei Paesi con il maggior numero di studenti stranieri iscritti a corsi universitari sono gli Stati Uniti, che hanno però registrato nell’arco di 10 anni un calo di circa l’8% del totale degli studenti, passati dal 28% del 2000 al 20% del 2010, con 660.000 unità; al secondo posto si colloca il Regno Unito, in cui si è assistito ad un trend in crescita di 2 punti percentuali (da 220.000 – l’11% – a 429.000 – 13% -); la Francia ha guadagnato una postazione, crescendo dal 7 all’8% del totale, con 264.000 studenti iscritti, prendendo il posto della Germania, piazzata ora in quinta posizione, con 231.000 studenti iscritti, e sorpassata anche dalla Cina, che ha scalato dal 2000 ad oggi ben 5 posizioni (dal decimo al quinto posto), passando dall’1 al 6% e da 20.000 iscritti a 231.000. A pari merito con la Germania, troviamo l’Australia, in crescita dal 4% al 7% e con 231.000 studenti stranieri iscritti. Il Canada ha conquistato negli ultimi anni la settima posizione, guadagnando 3 punti percentuali (dall’1 al 4%), con 132.000 ragazzi stranieri che frequentano gli istituti universitari canadesi. Perde una posizione il Giappone, passato dalla sesta all’ottava posizione, a pari merito con il Canada, con 4 punti percentuali. Dato in calo anche per la Spagna, passata dai 40.000 studenti dell’anno 2000, ai 33.000 del 2010. Risultato che si replica anche nel caso del Belgio, assestato in decima posizione, con 33.000 iscritti.
Fonte: Sole24ore.it
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