Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo ha annunciato nei giorni scorsi la volontà di organizzare nel 2012, dopo oltre 13 anni (l’ultimo risale al 1999), un maxi concorso per il reclutamento di insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo e di secondo grado.
Una notizia resa pubblica a più riprese, prima nel corso di una riunione tecnica al Miur, poi al TG1 lo scorso 19 dicembre e infine il 20 dicembre alla trasmissione “Otto e mezzo” su La7.
Un progetto che ha lo scopo di ristabilire equilibrio tra le esperienze, la preparazione e le aspettative dei giovani che sognano di poter avviare una carriera nel campo dell’insegnamento.
Le prove dovrebbero svolgersi nella seconda metà dell’anno venturo e i potenziali interessati sarebbero quasi 300 mila: 200 mila quelli iscritti in graduatoria, a cui si devono aggiungere altri 20 mila giovani che potranno affrontare il concorso, anche se i numeri definitivi degli ammessi non è ancora stato divulgato ufficialmente. A partire dal primo nel 2012, gli altri concorsi avranno luogo periodicamente ogni 2 anni.
Il Ministro Profumo ha sottolineato inoltre che l’età media del corpo docente italiano si aggira intorno ai 47 anni ed è per questo che la scuola nel nostro Paese ha bisogno di una sferzata di giovinezza, di un’iniezione di giovani. “Voglio riaprire la scuola ai docenti giovani ed evitare di bloccare una generazione di neolaureati che oggi non ha alcuna possibilità di ottenere una cattedra”, queste le parole del neo-ministro.
Un’ipotesi ideata dal nuovo sistema potrebbe essere quella di ripartire in maniera proporzionale tra i posti recuperati con le graduatorie e posti che potrebbero essere messi in concorso (si parla di circa 20 mila posti): infatti la legge attuale prevede che la metà dei posti siano assegnati sulla base di graduatorie (L. n. 124/1999) e la restante metà attraverso un concorso pubblico (L. n. 244/2007).
La prima e più urgente cosa da fare è quella perciò di individuare i posti disponibili effettivi, anche sulla base degli insegnanti che tra quest’anno e i prossimi raggiungeranno l’età della pensione.
Non è ancora possibile nemmeno capire se i concorsi avranno carattere nazionale o regionale, elemento che sarà vagliato non appena si avranno a disposizione i numeri esatti e definitivi dei possibili candidati.
Fonte: notiziedellascuola.it
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