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Anche se gli obiettivi di insegnamento rimangono gli stessi di sempre (alimentare negli studenti la capacità di indipendenza, il pensiero critico e il desiderio di continuare ad apprendere per tutta la vita), ciò che cambia è il modo di trasmettere il sapere. Il metodo con cui oggi gli accademici insegnano, ricercano o svolgono funzioni amministrative è infatti cambiato radicalmente rispetto al passato, come risultato del cambiamento tecnologico e culturale.
Ad esempio, nel Regno Unito, per valutare il valore di una ricerca, il governo ha istituito un nuovo requisito, chiamato ‘impatto’, che richiede ai professori di dimostrare come la loro ricerca fornisca un contributo, un impatto, anche sulla società, oltre che nel mondo accademico. Questo requisito potrà almeno restituire agli studiosi la posizione di intellettuali pubblici, o gli accademici resteranno chiusi nelle loro torri d’avorio?
I Social media rendono possibile l’impatto sociale
La speranza per i ricercatori di avere una presenza e un “impatto” al di là del mondo accademico coincide con l’ascesa dei social media. Non si tratta solo di popolari piattaforme personalizzate come Facebook e Twitter, ma piuttosto, i social media abbracciano l’intera architettura della rete, meglio conosciuto come Web 2.0. Uno dei primi volti del Web 2.0 è Google Scholar, che ha avuto inizio nel 2004. In meno di un decennio, Google Scholar ha avuto un impatto sulla credibilità della ricerca on-line al di fuori dei sistemi bibliotecari universitari. E Wikipedia, lanciata nel 2001, è diventata la sede di indagini di primo livello per una serie di scopi. Mentre alcuni studiosi detestano l’abuso di Internet da parte degli studenti, il punto da trasmettere agli studenti è il valore di Wikipedia come punto di partenza per la ricerca, piuttosto che come traguardo. E, da parte loro, gli scettici accademici in cerca di visibilità farebbero bene a controllare e modificare le voci di Wikipedia affini ai loro interessi e competenze. Alcuni degli strumenti fondamentali per aiutare i docenti ad affrontare oggi il loro lavoro comprende l’approccio a Academia, Mendeley, Zotero e LinkedIn, per trovare ad esempio riferimenti bibliografici (Mendeley). Queste piattaforme rendono più facile la condivisione delle competenze, contribuendo così a favorire le relazioni e rendere la ricerca più efficiente. Sono disponibili a costo zero, e spostano la ricerca dall’ambito privato al pubblico dominio.
‘Scienza dei cittadini’ e accesso aperto
Altre innovazioni future nel campo della ricerca suggeriscono l’ascesa della ‘scienza dei cittadini’, una forma di partenariato di ricerca in cui gli studiosi lavorano e collaborano con squadre di cittadini appassionati di ricerca e sapere, per contribuire a intraprendere grandi progetti di ricerca. Esistono molti scienziati e studiosi che non sono degli accademici e le università devono ancora rendersi conto di quanto queste persone possano far progredire la ricerca con il loro sapere.
Strettamente legato a questo è la crescente pressione perché la ricerca finanziata con fondi pubblici sia pubblicata su riviste ad accesso aperto. Quando poi il pubblico/ i cittadini sono anche parte del processo di ricerca, questa pressione porta ad un effettivo aumento delle pubblicazioni su queste riviste.
Il panorama dei media cambia per i professori
Negli ultimi anni, il panorama dei media tradizionali è cambiato anche per gli accademici. Molti studiosi stanno creando i propri siti web per mostrare il loro lavoro e pubblicare il pre-print dei loro articoli di riviste e dispense, nel tentativo di informare fette sempre più ampie fette di società su ciò che accade a livelli di avanguardia della ricerca.
Di fronte al crescente aumento delle tasse universitarie in Gran Bretagna, l’Occupant Movement ha portato alla creazione della Tent City University, un programma di Università Libera con corsi, conferenze ed eventi pubblici. Come risultato di tutti questi cambiamenti, le università sono costrette a riconsiderare il loro ruolo all’interno della vita civile e così, anche gli accademici. In Svezia esiste una Università Twitter, in cui le lezioni sono tenute e trasmesse sotto forma di tweets.
Accanto a questo, cresce la presenza dei professori nei media: alcuni accademici scrivono sui giornali, alcuni lavorano in radio, mentre altri si concentrano sulla televisione, affinando e migliorando le proprie competenze comunicative.
Anche le aspettative da parte degli studenti stanno cambiando:ci si attende che i contenuti di studio forniti digitalmente siano fruibili direttamente sui propri dispositivi mobili.
Nascono poi nuove piattaforme di presentazione come Prezi.com, che stanno cambiando il modo di consegnare e trasmettere i contenuti del sapere.
fonte: universityworldnews.com
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