Sono le università del Nord le più virtuose per aver raggiunto i migliori risultati per il livello qualitativo e per le prestazioni raggiunte negli ultimi anni. Per questo motivo otterranno quote maggiori del Fondo per la programmazione, una delle tre voci di stanziamento prevista dal governo per gli atenei, un terzo del quale viene attribuito su base meritocratica.
Ai primi posti nella classifica delle università italiane più virtuose si collocano quelle dell’area Centro settentrionale, con la prima posizione occupata dall’ateneo Torinese, seguito da Trento, Bologna, Camerino, Catanzaro, Macerata, Bicocca, Napoli Parthenope, Padova e Cagliari. La Sapienza è cinquantatreesima. In coda alla classifica l’università di Chieti, quella di Reggio Calabria e la seconda università di Napoli.
Tra le università non statali hanno raggiunto dei buoni punteggi il San Raffaele di Milano, la Bocconi, e l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Cinque gli indicatori utilizzati per stilare la classifica degli atenei: il rispetto dei requisiti minimi per attivare e soprimere i corsi, lo sviluppo della ricerca scientifica, il potenziamento dei servizi per gli studenti, i programmi di internazionalizzazione, il costo e la gestione del personale.
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