L’ingresso alle facoltà a numero chiuso, ovvero quelle che hanno solo un certo numero di posti fissato annualmente dal Ministero dell’Istruzione, è uno dei principali scogli da superare per quegli studenti che vogliono iscriversi ai corsi di laurea in Architettura, Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e le altre Professioni Sanitarie. Ma, secondo l’UDU (Unione degli Universitari), i test d’ingresso per il numero chiuso sono destinati ad essere aboliti! A questa conclusione si è giunti anche per la recente sentenza del TAR del Lazio, che ha “ammesso con riserva” decine e decine di studenti bocciati in tutta Italia per non aver raggiunto il punteggio minimo previsto dal concorso di ammissione di Medicina. La decisione dei giudici amministrativi del Lazio arriva dopo le sentenze dei tribunali regionali di Abruzzo, Marche, Molise, Toscana e Sardegna, che erano tutte orientate verso la sospensione dei test! Certo, rimane sempre da aspettare il giudizio della Corte Costituzionale per saperne di più.
In ogni caso, questa sentenza rappresenta un’altra vittoria per tutti quegli studenti che ogni anno non riescono a passare i test, anche perchè questa non è stata la prima battaglia vinta dagli aspiranti medici contro il famigerato numero chiuso. Secondo l’Unione degli Universitari (che ha promosso la causa contro il Miur) il problema nasce dalle cosiddette “sedi aggregate” del concorso di Medicina, ovvero le macro-aree che raggruppano più atenei in un’unica graduatoria territoriale. La Sapienza, ad esempio, ai test del 4 settembre scorso ha avuto una classifica a sé stante, mentre i candidati che hanno svolto la prova a Tor Vergata sono finiti nello stesso elenco di quelli di Chieti, L’Aquila e Perugia! In poche parole, il problema delle sedi aggregate nasce dal fatto che se uno studente non riesce a rientrare nella graduatoria di una certa università, potrebbe rientrare in quelle di un’altra città e/o università! Ed è stato questo il punto che ha fatto decidere il TAR del Lazio ad annullare la validità dei test effettuati a Settembre e riammettendo tutti i candidati esclusi nelle loro città.
In pratica, se uno degli studenti esclusi riesce a dimostrare che nella sua stessa facoltà ma di un’università diversa dalla sua, un altro studente è stato ammesso con un punteggio più basso del suo, allora anche lui avrà diritto ad essere immatricolato nella città dove ha svolto il test! Anche secondo il quotidiano Il Messaggero, “per ciascuna delle dodici macroaree il ministero ha fissato un tetto massimo di studenti ammissibili, ma così facendo alla fine del test ogni territorio ha presentato un punteggio minimo diverso: è capitato quindi che alcuni studenti respinti a Milano, con lo stesso risultato a Roma sarebbero stati promossi!” Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’UDU, ha affermato a riguardo: “Il maldestro tentativo del ministro Profumo di rigettare i nostri ricorsi e alla probabile incostituzionalità del numero chiuso, è stato quello di mettere le macro-aree con una graduatoria aggregata fra più atenei. La sentenza del TAR è la risposta nei fatti al provvedimento del ministro che abbiamo criticato fin dall’inizio. Quindi, la graduatoria dei 4 atenei per la facoltà di Medicina è da considerarsi nulla!”
Voi siete favorevoli o contrari al numero chiuso?
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