Dopo la crisi delle università tradizionali (di cui abbiamo parlato in questo articolo), anche le università telematiche stanno vivendo momenti difficili! Questo almeno secondo una ricerca del MIUR: i dati dicono che in appena 3 anni, le università telematiche avrebbero perso quasi metà degli immatricolati al primo anno! Questo a causa della crisi economica che sta investendo l’Italia, ma anche e soprattutto per la netta perdita di fascino che ha oggi il titolo universitario. Perfino gli atenei statali hanno dovuto assistere al calo del numero degli iscritti, ma in questo caso è un dato quasi fisiologico.

Cause

università telematicheTuttavia, per quanto riguarda le università online, il crollo degli immatricolati è stato molto consistente: dall’anno accademico 2009/2010 ad oggi, infatti, le matricole sono passate da 4.445 a 2.252! Ciò, tradotto, significa una perdita di studenti pari al 49% degli iscritti. Le cause che hanno determinato questo calo sono di diversa natura. Innanzitutto, la crisi ha prodotto un forte incremento della disoccupazione anche tra quei quarantenni e cinquantenni, che adesso non pensano più di conseguire il titolo universitario attraverso le università telematiche, bensì di trovare un nuovo impiego il più presto possibile. Ma un altro importante fattore che ha determinato un calo così netto delle matricole nelle università telematiche è soprattutto dovuto al costo delle loro rette (decisamente non economiche!), che sicuramente hanno indotto molti studenti a scegliere “altre strade” per ottenere la laurea. Inoltre, questa scelta è stata decisamente influenzata dal fatto che nel tempo il titolo universitario, una volta garanzia di lavoro, ha perso un pò del suo valore e del suo fascino, visto che oggi non assicura più le opportunità di un tempo e che fra i tantissimi disoccupati ci sono, per l’appunto, giovani laureati. Insomma, il problema più grave e che deve far riflettere è dovuto al fatto che gli italiani non sembrano più credere molto nel sistema universitario in generale. Quindi non c’è da stupirsi se così tanti ragazzi decidono di non iscriversi ad università che presentano anche dei costi esageratamente elevati!

Al contrario, le università private sono quelle che stanno riuscendo a difendersi meglio dalla crisi, nonostante le loro tasse elevate: negli ultimi 3 anni hanno visto un calo delle immatricolazioni pari ad appena l’1%. Gli atenei statali  hanno perso invece il 7% degli iscritti al primo anno. Probabilmente, la causa di questa differenza, è anche dovuta al fatto che le famiglie più benestanti scelgono per i loro figli dei titoli di studio tali da garantire loro un futuro lavorativo migliore e più sicuro.