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Recentemente, la banca UBS ha pubblicato uno studio molto interessante su 72 città al mondo e finalizzato a confrontare le migliori città per andamento dei prezzi, stipendi e relativo potere d’acquisto.
Classifica città per stipendi più alti
Secondo una specifica sezione dello studio, chiamata “prezzi e stipendi: un confronto del potere d’acquisto nel mondo“, le 10 città al mondo che vantano gli stipendi medi più alti sono:
- Zurigo
- Ginevra
- Copenaghen
- Oslo
- Lussemburgo
- New York
- Sydney
- Tokyo
- Monaco
- Francoforte
In questo studio è stato anche osservato come degli stipendi elevati garantiscano un maggiore potere d’acquisto: ciò significa che le città dove si guadagna di più sono sicuramente le più ricche, ma anche quelle dove vivere costa tanto!
Classifica città per potere d’acquisto
Le 10 città al mondo per potere d’acquisto sono nell’ordine:
- Zurigo
- Sydney
- Lussemburgo
- Ginevra
- Nicosia
- Los Angeles
- Miami
- Dublino
- Chicago
- New York
Da questa classifica emergono due dati significativi! Primo, che nelle città svizzere ed americane i lavoratori siano molto fortunati e poi lo “strano” caso Nicosia: anche se la capitale di Cipro non è presente nella classifica delle città che garantiscono gli stipendi più elevati, permette di condurre lo stesso un tenore di vita di tutto rispetto! Le città italiane non se la passano affatto bene: Milano è al 31° posto, mentre Roma addirittura al 38° (vale a dire….le ultime fra le grandi città d’Europa!!).
Classifica città per andamento dei prezzi – Le 10 città più care al mondo!
Vediamo ora, sempre secondo lo studio di banca UBS, le città al mondo dove la vita costa di più:
- Oslo
- Zurigo
- Tokyo
- Ginevra
- Copenaghen
- New York
- Lussemburgo
- Stoccolma
- Caracas
- Londra
I prezzi dei beni e servizi di queste città sono condizionati fortemente sia dall’inflazione che dalla fluttuazione dei tassi di cambio. In questo senso, le città italiane (Milano e Roma) figurano fra le prime 20 posizioni. E questo dimostra che, nel nostro paese, un aumento dei prezzi non corrisponde ad un aumento del potere d’acquisto!
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