Se c’è una cosa che non manca nei vari siti web dedicati al mondo universitario, sono le tante classifiche degli atenei stilate da enti prestigiosi che indicano quali sono, in base ad alcuni parametri, gli istituti migliori non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Il problema principale è che se ne trovano di tutti i tipi e ciò potrebbe finire per confondere lo studente, il quale è già preso dall’importante decisione di scegliere il proprio futuro accademico e, di conseguenza, lavorativo. Purtroppo queste classifiche non sono infallibili e hanno dei limiti abbastanza evidenti. Sarà quindi importante dar loro la giusta interpretazione per conoscere quale università sia più o meno adatte alle esigenze dello studente.
Innanzitutto, non tutte le università presenti ai primi posti sono lì per particolari meriti! Nelle classifiche, infatti, una buona parte del punteggio è dato dalla loro reputazione. Ciò significa che spesso quel che appare come la migliore….non significa che abbia sempre il miglior percorso di studi per una data materia. Una prova di questo concetto ci viene da due fonti prestigiose ed autorevoli: la classifica dei Master in Finanza globale del Financial Times e quella delle Migliori Università Italiane de Il Sole 24 Ore. Il Financial Times stila la sua classifica dei master in base a chi abbia esperienza lavorativa e a quelli che si stanno affacciando per la prima volta al mondo del lavoro. In essa, le prime posizioni sono occupate da istituti giudicati in base a criteri piuttosto particolari, ovvero il salario di chi ha frequentato il master (compresa la variazione tra il prima e il dopo) e la carriera, che influenzano la classifica finale per il 50-60%. Mentre i criteri legati alla qualità dell’insegnamento sono esigui e meno importanti. In poche parole, la classifica stilata dal Financial Times sui master in Finanza globale indica quali sono quelli più prestigiosi per far carriera e guadagnare bene. Quindi, più “status” personale che qualità effettiva dell’ateneo. Nella classifica delle migliori università italiane redatta da Il Sole 24 Ore, invece, i criteri di valutazione riguardano maggiormente la qualità della didattica: ciò significa il numero dei docenti, l’attività scientifica e la mobilità internazionale. Ma il raffronto è tra i diversi atenei (pubblici e privati), i quali vengono valutati in base a due classifiche parziali di Didattica e Ricerca e non tra corsi di studio. Questa classifica tiene quindi maggiormente in considerazione l’eterogeneità delle università valutate. Col risultato che, per le statali, atenei e politecnici sono raggruppati insieme, mentre per le private si arriva addirittura a confrontare il San Raffaele con l’Università di Scienze Gastronomiche!
Con questo, non voglio dire che non dovete più fare affidamento sulle classifiche universitarie. Bisogna tuttavia essere consapevoli dei loro limiti, mantenere un occhio critico e non considerarle verità assoluta.
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