Scegliere la materia in cui laurearsi e concordare con il docente il titolo della propria tesi è il traguardo a cui ogni studente universitario ambisce. Arrivati, infatti, a questo punto il traguardo è ormai vicino e il conseguimento della laurea un obiettivo ormai concreto.
Ovviamente il lavoro da dedicare alla tesi è impegnativo e per conseguire il miglior risultato possibile è necessario dedicarvi tempo, energie e ricerche.
Ogni facoltà, materia e argomento di tesi richiede una tipologia di lavoro diversa. Si va dalle tesi di ricerca a quelle compilative, passando per tesi progettuali e sperimentali.
Una cosa, però, è comune a tutte: per ottenere un buon risultato è fondamentale organizzare il lavoro in modo funzionale e ottimizzato.
Il punto di partenza per ogni lavoro è quindi l’indice.
Ma di cosa si tratta nel dettaglio? E come si fa a organizzare un indice efficace?
Partiamo dalle basi e cioè dalla definizione di indice: “Elenco, accompagnato dal numero di pagina, dei capitoli di cui è composto un libro o del suo contenuto”.
Ovviamente l’indice è una delle prime cose da fare quando si inizia a lavorare alla propria tesi, in quanto esso illustra una rappresentazione dell’ipotesi di lavoro che si sta per intraprendere. Nel corso del lavoro l’indice potrà subire modifiche e variazioni, ma è importante sia per lo studente sia per il relatore avere un’idea complessiva dello sviluppo.
Quali sono i criteri per stendere un indice solido e strutturato? Di fatto esso rappresenta lo scheletro della tesi, che si sviluppa attraverso un’ossatura principale costituita dai capitoli, che a loro volta si diramano in paragrafi e sottoparagrafi. E proprio perché è considerato la struttura portante del lavoro deve essere solido e ben strutturato, al di là del compito di indicare il numero di pagine.
Come si anticipava ogni tesi segue una propria metodologia di lavoro, ma in linea di massima ci sono alcuni punti fermi comuni a tutte. Il primo posto nell’indice sarà, quindi, occupato dall’introduzione, dove vengono illustrate le “premesse” dell’elaborato. A essa seguono i capitoli, che gradualmente si addentreranno nello sviluppo della tesi stessa. Seguono le conclusioni e la bibliografia.
Per quanto riguarda i capitoli, è fondamentale la scelta dei titoli, così come di quelli di paragrafi e sottoparagrafi. Essi si susseguono partendo dalla numerazione del capitolo (es. 1,2 ecc.), a cui segue il numero del paragrafo (es. 1.1, 1.2 ecc.) e del sottoparagrafo (1.1.1,1.2.1, ecc.).
Ultima nota utile è ricordare che tutti i più famosi elaboratori di testo (per esempio Word) permettono di inserire l’indice in automatico, e sarà facile mantenerlo aggiornato in caso di cambiamenti in corso d’opera.
E’ proprio il caso di dirlo: chi ben comincia è a metà dell’opera.
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