Gli Stati Uniti, si sa, sono terra di innovazioni ed opportunità….ma anche di ciò che a noi può sembrare impossibile da realizzare, ovvero l’istituzione di corsi universitari sullo studio della cannabis!! Per molti studenti la cannabis è una “vecchia conoscenza”, ma, ovviamente, fino ad oggi la sua presenza nei college americani era sempre stata clandestina. Adesso, invece, dopo i risultati di un recente referendum sul suo uso a “scopo ricreativo” tenutosi in Colorado e nello Stato di Washington, la cannabis si è conquistata un posto d’onore anche nei piani di studio universitari! Ma l’ateneo pioniere di questo tipo d’insegnamento fu, nel 2005, la Marijuana State University (un nome che è già tutto in programma!). Questo ateneo, decisamente “sui generis”, fu il primo ad introdurre questo genere d’insegnamento (a Portland, nello Stato del Maine). Il docente del corso era Ray Logan, un 56enne che ha così potuto trasformare in occupazione il suo “passatempo” preferito, esercitato per 30 anni…..illegalmente! Il primo corso, in realtà, era di sole tre ore d’insegnamento: in pratica era un workshop che insegnava agli studenti come coltivare la pianta correttamente per scopi medicinali. Il costo del corso era inizialmente di $ 79, che scendono a $ 59 per studenti, anziani e veterani. “L’ambizione” di Logan era quella di allargare quanto più possibile la platea degli studenti. Il corso sulla cannabis non è l’unico che si tiene negli Stati Uniti. Ad Oakland, in California, vi è un’università dove si studiano le cure palliative attraverso la medicina officinale, dove l’erba medica è appunto la marijuana. L’ateneo si chiama Oaksterdam University, in riferimento alle politiche sulle droghe leggere che hanno reso famosa l’Olanda e in particolare Amsterdam. Pensate che lo slogan dell’ateneo: “Quality training for the cannabis industry” (Formazione di qualità per l’industria della cannabis!). I corsi sono seguiti da tanti professionisti “in giacca e cravatta” e il docente ed esperto di politiche sull’uso di marijuana, Paul Armentano, spiega che ci sono delle aperture da parte delle autorità antidroga, che pensano di rendere legale il ricorso al principio attivo purché lo si utilizzi l’industria farmaceutica. Inaugurato a fine 2007, l’ateneo conta 17.000 studenti iscritti: un numero enorme se si pensa che all’inizio erano una dozzina! Ci sono anche moltissimi studenti che arrivano da Paesi come Iran e Colombia per formarsi sugli aspetti medici (e relativi possibili guadagni!) della marijuana. Secondo Richard Lee, il fondatore dell’ateneo, con l’istituzione di questi corsi si potrebbero aiutare ad abbattere i pregiudizi sul farmaco ed eventualmente a portare gli Stati Uniti più vicino alla legalizzazione completa! Ma i docenti ammettono che la stragrande maggioranza dei nuovi studenti non sono attivisti per la liberalizzazione dell’uso della marijuana, bensì aspiranti imprenditori che sperano di fare business grazie alle sue virtù mediche.
Un’altra università dove si studia la cannabis è la Humboldt State University, in California (dove l’impiego della sostanza a fini medici è legalizzato), è stata una delle prime a dare spazio alla marijuana, inaugurando addirittura un istituto di ricerche dedicato alla cannabis. Inoltre, diversi docenti dell’ateneo stanno attualmente lavorando intensamente per integrare lo studio della marijuana dal punto di vista economico, politico e sociologico nei piani didattici dei vari corsi di laurea. Le lezioni tenute all’università (che ha sede ad Arcata, zona molto ricca di piantagioni di canapa indiana!) riguarderanno diversi aspetti legati alla coltivazione e all’utilizzo di questa pianta: dalla sua influenza sulla flora e la fauna locale ai fertilizzanti più appropriati, fino alle sue proprietà terapeutiche. Un’altra iniziativa importante nata in Colorado da un giovane agricoltore, Matt Jones, è quella dell’istituzione della THC University. L’obiettivo di questa cosiddetta “scuola professionale” (il cui nome “gioca” con la sigla che identifica il tetraidrocannabinolo, la sostanza psicoattiva contenuta nella marijuana, ma in realtà sta per “The Herbal Collective”!) è quello di insegnare agli studenti come coltivare correttamente la canapa indiana, visto che dopo il referendum ogni abitante del Colorado potrà detenere legalmente in casa fino a sei piantine! Le lezioni dell’università inizieranno il prossimo 9 Febbraio a Denver. Quando è stato chiesto a Jones cosa lo abbia spinto a fondare un’università con corsi dedicati alla coltivazione della marijuana, ha candidamente risposto: “Molte persone sono convinte che basta prendere i semi e piantarli, ma non è così! Innanzitutto si deve scegliere le varietà e ce n’è tantissima a disposizione sul mercato. Poi bisogna decidere se piantare in terra o seguire una coltura idroponica (se si vuole ottenere un prodotto organico). Le lezioni servono proprio ad imparare questo“. I corsi della THC University sono di vari tipi e di varie durate. Quelli per diventare “Associato” impegnano gli studenti per una sola giornata, mentre per ottenere il titolo di “Baccalaureato” (che dà un diploma a stampa) offre agli studenti anche un’assistenza 24 ore su 24 sette giorni su sette. Poi, il “pacchetto Masters” garantisce, oltre a tutte le lezioni, anche il “necessario” per cominciare la coltivazione della cannabis!
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