Anno accademico a rischio per l’Università la Sapienza di Roma che, dopo aver ridotto i dipartimenti del 40% e le facoltà del 60%, chiede al Governo delle risposte concrete sui finanziamenti insufficienti e sullo stato giuridico dei ricercatori: “La Sapienza ha operato per razionalizzare, risparmiare e riprogettare in funzione della qualità. – ha commentato il Rettore Luigi Frati – Se dalla politica non ci saranno risposte, soprattutto finanziare, avremo una didattica da terzo mondo e una ricerca in dissoluzione. In tali condizioni non saremo in grado di iniziare l’anno accademico 2010 – 2011”.
Le facoltà della Sapienza sono state infatti completamente riprogettate secondo una logica di accorpamento e razionalizzazione, passando da 23 a 11 (Economia; Giurisprudenza; Ingegneria; Architettura; Ingegneria dell’informazione, informatica e statistica; Scienze matematiche, fisiche e naturali; Filosofia, lettere, scienze umanistiche, studi orientali; Scienze politiche e sociali; Medicina e psicologia; Farmacia e medicina; Medicina e odontoiatria); stessa cosa per i dipartimenti, ridotti da 106 a 67.
Due facoltà (Lettere e Filosofia e Architettura) hanno già rinviato le lezioni a data da destinarsi.
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