A pochi giorni dall’approvazione alla Camera del controverso e discusso Decreto di Legge Gelmini, non si placano le polemiche e le proteste degli studenti. La loro speranza è quella di fermare il decreto che, per poter diventare legge a tutti gli effetti, deve essere approvata anche dal Senato.
Il via libera sul testo potrebbe giungere presumibilmente prima del 14 dicembre, data cruciale in cui in parlamento si voterà la fiducia al governo. Intanto continuano in tutta Italia i cortei di studenti e ricercatori: così appare la situazione registrata in questi giorni: a Roma presidi a Montecitorio, via del Plebiscito, cortei vicino alla Sapienza; a Milano e Venezia i manifestanti hanno occupato i binari, sotto assedio le stazioni Cadorna e Garibaldi a Milano, quella di Mestre a Venezia, causando ritardi e disagi. Tafferugli e scontri con la polizia.
Stessa situazione a Brescia, dove si sono registrate tensioni in piazza Loggia e l’occupazione della facoltà di Economia e Commercio. A Torino paralizzato il centro storico e nella sede del MIUR (Ministero dell’istruzione università e ricerca). Scontri anche a Genova, Napoli e Palermo, dove è stata occupata la Cattedrale e bloccata la maggiore arteria di traffico della città. Proteste anche all’Aquila (dove non si manifestava un’occupazione universitaria più di 15 anni) a Bari e a Bologna (dove è stata invasa l’autostrada).
Come era prevedibile, la polemica ha oltrepassato i confini nazionali, coinvolgendo i nostri connazionali che studiano all’estero con il progetto Erasmus. Si tratta di un movimento spontaneo nato sul web, a cui hanno aderito gli studenti di 46 città europee che hanno creato un profilo su facebook per esprimere il loro no al decreto.
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